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Caro presidente Draghi, rilegga il suo maestro Federico Caffè

“Il problema dello stato garante del benessere sociale (poiché un problema indubbiamente esiste) [è] quello della sua mancata realizzazione; non già quello del suo declino, o del suo superamento”.

(In difesa del Welfare State, 1986).

“Ogni auspicabile guadagno di efficienza richiede (…) una riaffermazione senza equivoci dei principi sui quali si fonda lo Stato del benessere. Non la sua crisi ci porta, oggi, a considerare gli indici di malessere, ma il fatto di aver sempre trovato argomenti per non realizzare in pieno una garanzia valida del benessere sociale, o per ridimensionare quel tanto che era stato faticosamente ottenuto. Una nuova epoca di scelte si apre: ma essa non può comportare opportunistici arretramenti, bensì ferma fedeltà agli ideali del progressismo riformatore; siano essi o meno vendibili sul mercato delle idee correnti”

(L’assistenza negata, in «Rinascita», 13 luglio 1985).

nota: Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, si è laureato con Federico Caffè nel 1970 ed è stato successivamente suo assistente. Caffè è stato uno dei più importanti economisti italiani ed uno dei primi a portare il pensiero keynesiano in Italia. E’ scomparso misteriosamente senza lasciare traccia il 15 aprile 1987. 

Un commento su “Caro presidente Draghi, rilegga il suo maestro Federico Caffè

  1. […] E’ questa l’idea di Welfare State che avevano William Beveridge e Hyman Minsky, e che in Italia difendeva, con ostinazione, il grande economista Federico […]

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